La Città dei diritti

Mi piacerebbe se, prima del termine del mio mandato di amministratore, la nostra Città venisse riconosciuta come tale.
Qualcosa è già stato fatto: ad aprile 2013 è stato deliberato il conferimento della cittadinanza onoraria per “Ius Soli” al fine di promuovere l’uguaglianza tra persone di origine straniera e italiana e a luglio di quest’anno è stata approvata l’istituzione del Registro per il deposito del Testamento biologico.
Il dibattito che ha preceduto entrambi i provvedimenti ha affrontato argomentazioni di natura etica che secondo me devono essere ulteriormente approfondite e sviluppate per cominciare a discutere intorno anche ad altri importanti argomenti che riguardano i diritti civili e sociali.
Penso che si potrebbe cominciare a ragionare del Registro delle unioni civili, anche tra persone dello stesso sesso.
Con la sua istituzione la comunità cairese compierebbe un importante passo in direzione del superamento di situazioni di discriminazione, della tutela e del riconoscimento della piena dignità delle unioni di fatto e delle convivenze favorendone l’integrazione e lo sviluppo nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio.
Si tratta certamente di un argomento delicato, ma credo che fare politica significhi anche affrontare problematiche che possono suscitare contrasti: la capacità deve essere quella di riuscire a fare sintesi, di riuscire a trovare l’equa mediazione tra interessi o, come in questo caso, tra le diverse sensibilità.
D’altra parte anche il Sinodo convocato nei giorni scorsi da Papa Francesco, ha aperto un capitolo, direi rivoluzionario, sulla famiglia, cominciando a dare attenzione ad omosessuali, divorziati, mamme single e bambini nati da coppie non sposate.
In senato è in discussione in Commissione una proposta di legge che ricalca sostanzialmente il modello di “civil partnership” adottato in Germania ed il premier Renzi ha annunciato la presentazione di un disegno di legge in materia.
In attesa della riforma del diritto di famiglia, molte amministrazioni locali hanno introdotto una normazione delle unioni di fatto, finalizzata a riconoscere parità di condizioni nell’accesso ai servizi erogati dall’ente.
Là dove è istituito il Registro, i partner dell’unione civile partecipano come nucleo familiare ai bandi per l’assegnazione delle case popolari e hanno riconosciuto il diritto al subentro nel contratto d’affitto in caso di decesso del convivente. Come nucleo cumulano i redditi per ottenere detrazioni sulle imposte o gli aiuti economici in caso di difficoltà. I partner sono equiparati l’uno al “parente prossimo” dell’altro: in caso di ricovero possono ricevere notizie sulle condizioni di salute del compagno o della compagna e possono visitarlo/a come se fosse un coniuge, così come può accompagnare a scuola il figlio del compagno o chiedere dell’andamento scolastico.
Penso che rappresenterebbe un atto di civiltà se anche il nostro Comune si dotasse di un Registro delle unioni, ma non solo.
Credo che potrebbe diventare anche un contributo, per quanto modesto, alla complessiva modernizzazione che il Governo sta attuando in Italia, che insieme al lavoro e l’economia deve riguardare anche i diritti civili.

[accordions] [accordion title=”Crediti” visible=”no”] Immagine del titolo: Grafica di Andròmina, Fotolia.com[/accordion][/accordions]