Chi è quest'uomo?

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L’ho notato uscendo dall’ufficio, seduto su una panchina della piazza. Gli occhiali spessi, un piccolo cellulare tra le mani.
Nel buio, evidentemente avulso dal resto del mondo, concentrato in qualcosa di straniante, da non fargli sentire il primo freddo autunnale, da proiettarlo chissà dove, probabilmente molto distante da qui.
Chi è quell’uomo?
Me lo sono chiesto anche il giorno dopo e poi dopo ancora, e altre volte passando in biblioteca, lui sempre lì, occhiali incollati al telefonino e dita grandi a picchiettare sui tasti.
Un insolito tipo, perennemente isolato nella sua attività misteriosa, sì, ma quale? Una mera curiosità.
– Mi chiamo Nello, Nello Villa – entrando nell’ufficio del sindaco si è presentato così, – avrei una questione urgente da risolvere -.
Occhiali, giaccone, lo riconosco subito, lo faccio accomodare, forse scoprirò chi è, in quale nebulosa si catapulta ogni giorno smanettando con un tastierino. Insomma, chi è quest’uomo?
Parla a raffica, accento genovese ben marcato, dialettica forbita e fluente, mi informa del suo problema, è preciso, esaustivo, generoso di particolari, chiede con cortesia d’altri tempi un mio interessamento.
Della sfera personale, nulla.
Poi si congeda e butta lì un solo, unico, indizio: – sono stato nello spettacolo -.
Mi occuperò della sua questione, ma appena potrò cercherò su Google, sì, chi è veramente Nello Villa?
Faccio partire la ricerca e non credo ai miei occhi.
I risultati rimandano a iTunes, il negozio di musica online più grande e frequentato del mondo: Nello Villa ha in vendita decine di album e singoli, è un cantante, uno evidentemente abbastanza in gamba da stare lì, da avere mercato, da produrre dischi nuovi e brani in primo piano.
Cuando calienta el sol, Pugni chiusi, Goccia di luna, ci sono pezzi originali e moltissime cover, si va da Don Backy a Sergio Endrigo, dai Ribelli ai Camaleonti, passando per i Beach Boys, Eric Clapton e i Procol Harum, da non crederci.
C’è il panorama beat degli anni ’60, diverse pietre miliari della hit-parade di Lelio Luttazzi e infinite digressioni che arrivano fino ai giorni nostri transitando per mondi diversi, musicalmente molto affascinanti.
Trovo molte informazioni sull’uomo di spettacolo: è stato un vero leone della scena night-dancing-balere genovesi tra la seconda metà dei sessanta e la prima dei settanta.
Mentre oltremanica impazzava la Swinging London, in riva al Bisagno fioriva una generazione molto vitale e promettente di musicisti interessanti: i Delirium, i New Trolls, Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè, Lauzi, Gino Paoli.

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Poi, intorno a loro, un coagulo di strumentisti, coristi, chansonniers in divenire, pseudo agenti, piccoli produttori e, naturalmente, molti “animali da palcoscenico”, interpreti instancabili delle hit del momento, intrattenitori e protagonisti delle serate nei locali, teatrini, società operaie, sale da ballo più o meno improvvisate.
Nello Villa lì era uno conosciuto.
Leggo delle sue evoluzioni, dei complessi spesso effimeri nei quali ha suonato il basso e cantato, del suo percorso individuale di uomo di scena in quel contesto vivace e pieno di fermenti positivi.


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Ammiro le copertine dei suoi dischi dalla grafica semplice in stile retrò, con i caratteri ridondanti come andava di moda in quegli anni, con la sua faccia di allora incastonata al centro del 45 giri e l’immancabile sfondo del mare, preferibilmente d’inverno.
Suggestivo questo tuffo all’indietro, ottima la boccata d’aria fresca e la sensazione di vitalità che arrivano dall’epoca beat, tempi molto diversi da questi.
Guardando i video di Nello, le sue esibizioni a Bolzaneto o al Teatro Albatros di Rivarolo, non posso non riflettere sul come bastasse poco per divertirsi ed essere sereni.
Sul poco che era già abbastanza.
Tempi diversi.

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Quest’uomo è stato un animatore della scena musicale genovese, uno che probabilmente si è divertito parecchio regalando un po’ di felicità alla gente, uno che ha suonato e cantato con musicisti di prim’ordine, che ha conosciuto e frequentato protagonisti che hanno fatto la storia della musica italiana.
Uno che adesso, ogni tanto, incide una nuova canzone direttamente in una stanza di casa sua, con la base musicale già pronta e la voce irruvidita dagli anni.
Poi la allega a una mail e la manda alla Apple.
Così domani qualcuno nel mondo potrà comprarla. In Sudamerica, magari, dove sembra avere una interessante attenzione e un discreto mercato.
Questa è la scintillante storia del mio concittadino Nello Villa.

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Post Scriptum
MDC-Portrait Qualche tempo fa lo strepitoso fotografo cairese non professionista Massimo Di Cresce, passando dalle parti del Palazzo di Città si è imbattuto in uno strano soggetto che armeggiava con un telefonino.
Aveva con sé l’inseparabile Canon e non ha saputo resistere alla tentazione di scattare qualche immagine, come sempre in bianco e nero, notturna e perfetta.
Troppo fotogenico l’uomo, troppo intrigante il dato di fatto di non sapere chi fosse, cosa ci facesse lì, solitario, ai margini della notte.
Era lo stesso uomo, reduce dalla beat generation, Nello Villa.
Gli ho chiesto la cortesia di permettermi di pubblicarle a corredo del post, lo ringrazio per la sua consueta disponibilità.

Comments

Giacomo Pesce

Che spettacolo grande sindaco e splendido Nello

Costantino

Bell’articolo davvero.

gl

“Vita d’artista, simile ai folli
Sempre sull’orlo dei loro sogni
Dove la vita è un contorno indeciso
Tra il giorno e la notte, tra il pianto ed il riso”
Da “Vita d’artista” di Sergio Cammariere